mercoledì 23 gennaio 2008

il cane...venduto

Pepe è, con buona approssimazione, il primo cliente che ho ereditato dal veterinario che mi ha preceduto in questo ambulatorio. È un cane meticcio di taglia media, agile e vispo.
Molto vispo.
Mi è oltremodocaro perché è anche uno dei pochi pazienti che sale volentieri sul tavolo visite. Ne è quasi entusiasta. Quando lo incontro per la strada, durante le sue passeggiate, è routine che faccia rischiare la vita alla proprietaria per lanciarsi a salutarmi. E maggiore è la distanza che ci separa, maggiore è l’enfasi con cui mi corre incontro. Mai creduto fosse merito dei biscottini che ho con me e che a lui dispenso con estrema soddisfazione.
Fu quindi con un certo disappunto che mi trovai un giorno ad incontrare Pepe e padrona lungo la strada che porta al mio ambulatorio, non accompagnato dalla scena a cui ero ormai abituato (e mia di diritto!!) di cane-trainante-signora. Il peloso traditore anzi, mi dedicò due o tre movimenti di coda poco convinti e alle mie carezze si scansò sdegnoso, facendo intuire alla proprietaria che preferiva proseguire nella passeggiata. Sfortuna volle, per di più, che non avessi una scorta di biscotti con me. Ci scambiammo uno sguardo perplesso con la proprietaria e dopo un frettoloso saluto i due ripresero la via, mentre io rimasi ad elaborare teorie che giustificassero un tale comportamento. Decisi che Pepe aveva fiutato qualche cagnolina in amore e archiviai la questione.
Alcuni giorni dopo incontrai nuovamente Pepe e la scena si ripresentò nella sua sconcertante nuova versione. Estrassi allora, come estrema ratio, un biscotto dalla tasca. Pepe lo mandò giù senza entusiasmo e guardò la proprietaria speranzoso. Voleva andare via!!! A quel punto, forse mossa a compassione, con un sorriso non privo di malizia, mi rivelò: “Sa dottore, non ce l’ha con lei, è solo che più avanti il fornaio gli regala una castagnola!!”. Feci mente locale che in effetti eravamo a febbraio con il carnevale alle porte...mi strinsi nelle spalle, etichettai scherzosamente il mio cliente preferito come “traditore” e con la morte nel cuore rientrai in ambulatorio.
Passò un po’ di tempo e arrivò la primavera. In uno dei primi giorni finalmente tiepidi dell’anno, scorsi da lontano un cane che correva su due zampe, trattenuto dal guinzaglio di una signora decisamente in difficoltà. Era Pepe che si produceva in una scena da film, pur di raggiungermi. Fui ben felice di riappropriarmi di tutte quelle feste e premiai Pepe con carezze a mai finire e un paio di biscotti che il cane sembrò gradire non poco. La proprietaria strizzandomi l’occhio disse: “beh, dottore, carnevale è finito e il fornaio le castagnole non le fa più!”. Io mi godevo il ritorno del figliol prodigo e fui attraversato da un lampo di egoismo quando, con tono serio e posato, per il suo bene, proibii i dolci a Pepe da allora in avanti. Del resto lui non smise di scodinzolare festoso…

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