mercoledì 23 dicembre 2009

Dieci piccoli indiani..

Dopo una notte di neve fitta fitta, sono andato a lavoro, sabato mattina scorso, con la chiara percezione che la maggior parte degli appuntamenti fissati sarebbe saltata, in una città paralizzata da un gigantesco mantello bianco. E così è iniziata la mattina: cinque telefonate di fila e cinque richieste di rinvio per vaccini e visite previsti. Poi però i miei clienti hanno iniziato a prendere confidenza con la neve e quindi, mentre Federico e Simonetta disseppellivano le macchine per tornarsene a casa dopo un'imprevista notte fiorentina, i pazienti avevano iniziato riluttanti a salire sul tavolo visite. Alle 12 ancora vedevo lontana la fine delle fatiche... DRIIIIIIIIIIN!! (Lo avete riconosciuto? Esatto: lo squillo della tragedia in arrivo). "Ciao Alessandro sono Serena, la proprietaria di Asia, ti ricordi?". Ammetto senza vergogna di riconoscere in me chiari (e preoccupanti) segni di smemoratezza, quindi la domanda non è del tutto fuori luogo, ma una cagna di 8 anni, "obesa" e quasi a termine della sua prima gravidanza è uno di quei pensieri che non ti lasciano in pace neppure nei sogni. Soprattutto quando c'è un week end in agguato = "Si".
"Ah bene. Ti volevo dire che Asia da questa notte è particolarmente strana: è come se provasse a partorire, ma non riesce. Stamattina poi è particolarmente provata. Pensavo di portartela, ma al momento sono bloccata dalla neve. Appena riesco a farmi venire a prendere da qualcuno arrivo...tanto tu mi aspetti...si?" "...ma certo" ...giuro: ho guardato con un certo disagio i miei ignari colleghi fare i preparativi per andare via. Dopo una dozzina di improperi e telefonate alle rispettive case, abbiamo iniziato a prepararci: noi eravamo pronti in venti minuti, il cane si è presentato dopo due ore e una quarto. Visita di rito, ecografia di controllo: contati almen
o cinque cuccioli vivi e vitali..."ok! partiamo con l'intervento". Il parto cesareo è un'operazione da dea Kalì: i chirurghi impegnati a tirare fuori i cuccioli e, nel frattempo a ricucire la mamma; l'anestesista concentrato sulla paziente che può ricevere solo alcuni anestetici per non intossicare i cuccioli. L'anestesista pronto a rianimare il primo cucciolo che gli passano.
L'anestesista pronto a rianimare il secondo cucciolo che gli passano.
L'anestesista pronto a rianimare il terzo cucciolo che gli passano.
L'anestesista pronto a rianimare il quarto cucciolo che gli passano.
L'anestesista pronto a rianimare il quinto cucciolo che gli passano.
L'anestesista pronto a rianimare il sesto cucciolo che gli passano.

L'anestesista quasi pronto a rianimare il settimo cucciolo che gli passano.

L'anestesista di nuovo pronto a rianimare l'ottavo cucciolo che gli passano.

L'anestesista pronto (?) a rianimare il nono cucciolo che gli passano.

L'anestesista pronto a rianimare il decimo cucciolo che gli passano.

....indovinate chi è l'anestesista??

Epilogo: dopo un'ora e mezzo di intervento e sei ore di assistenza postochirurgica, mamma e cuccioli sono partiti all'avventura per la casa sperduta; Federico e Simonetta hanno preso tutto il ghiaccio che si erano evitati la notte prima.
E' proprio vero: al destino non manca il senso dell'ironia!