
Quando ero piccolo credevo di essere unico. Ritenevo che il mio modo di pensare fosse assolutamente irripetibile ed originale.
Crescendo ho iniziato ad osservare con scetticismo derisorio gli studi statistici, i "modelli comportamentali". Idiozie. Le MIE reazioni sono legate alla MIA personale esperienza, al MIO assolutamente unico modo di ragionare. E nessuna legge di massa potrà MAI prevedere il mio modo di interagire col mondo.
...crescendo ancora ("maturando" mi sembrava improbabile, "invecchiando" impronunciabile!) ho iniziato a notare, con sempre maggiore disappunto, che di fronte allo stesso avvenimento, ci comportiamo come le sardine di uno sterminato banco: tutti nello stesso modo. E quando, dal parrucchiere come dal medico, faccio uno stupido test su una rivista buttata lì con le altre, mi trovo classificato in 20 parole insieme a tutti gli altri "tra 1 e 20" o "a maggioranza di risposte C".
Che poi alla fine è anche consolatorio sapere che un sottile filo ci unisce, sepolto in qualche infinitesima molecola di DNA, pronta a reagire se dobbiamo disegnare un serpente o descrivere un'isola deserta.
A pensarci bene, questo "catalogare" le persone è un'esigenza innata in ciascuno di noi e assume anche una notevole utilità talvolta. Nel mio lavoro per esempio, ho scoperto che l'esame clinico e l'intero approccio al paziente seguono meccanismi diversi a seconda della tipologia di cliente che ho di fronte. Si, perché i proprietari possono essere anche diversissimi tra loro, ma si possono praticamente ricondurre tutti a tre categorie:
ANSIOSO
(dialogo avvenuto alle 2 del mattino)
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Io: "Clinica veterinaria mi dica?"
Lui: "Stiamo calmi!!!!" e butta giù il telefono
Dopo 5 minuti
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Io: "Clinica veterinaria mi dica?"
LUI: "Bene, ora possiamo parlare..."
OSTILE
Io: "....dunque, beve molto?"
Lui: "Non lo so. penso che berrà"
Io: "Bene...mangia? E che cosa?"
Lui: "Si, boh, penso di si. Quello che capita"
Io: "Va di corpo?"
Lui: "E che ne so! Va fuori"
Io: "La pipì?"
Lui: Ma le ho detto che va fuori!"
Io: "Magari su questo sarà più preparato: è vaccinato?"
Lui: "E che ne so, se ne occupa mia moglie"
Io: "...e possiamo chiederglielo?"
Lui: "Si, ma non credo che lo sappia"
"...occheeeei..."
METICOLOSO
"Dovevo venire ieri per il vaccino annuale ma non ho potuto. Dobbiamo ricominciare tutto daccapo?"
"Questa notte ho notato che il cane respirava meno del solito: ho contato 8 respiri al minuto, con un minimo di 5 e un massimo di 11. Alle 3 però non ce l'ho fatta più e sono dovuto andare a letto (con tono molto colpevole)"
"Oggi Billy è andato di corpo 2 volte invece delle solite 3. Pesando le deiezioni ho visto che più o meno siamo comunque nella media, mi devo preoccupare?" ...beh, se pesa regolarmente le feci del suo cane, SI, deve preoccuparsi...
Crescendo ho iniziato ad osservare con scetticismo derisorio gli studi statistici, i "modelli comportamentali". Idiozie. Le MIE reazioni sono legate alla MIA personale esperienza, al MIO assolutamente unico modo di ragionare. E nessuna legge di massa potrà MAI prevedere il mio modo di interagire col mondo.
...crescendo ancora ("maturando" mi sembrava improbabile, "invecchiando" impronunciabile!) ho iniziato a notare, con sempre maggiore disappunto, che di fronte allo stesso avvenimento, ci comportiamo come le sardine di uno sterminato banco: tutti nello stesso modo. E quando, dal parrucchiere come dal medico, faccio uno stupido test su una rivista buttata lì con le altre, mi trovo classificato in 20 parole insieme a tutti gli altri "tra 1 e 20" o "a maggioranza di risposte C".
Che poi alla fine è anche consolatorio sapere che un sottile filo ci unisce, sepolto in qualche infinitesima molecola di DNA, pronta a reagire se dobbiamo disegnare un serpente o descrivere un'isola deserta.
A pensarci bene, questo "catalogare" le persone è un'esigenza innata in ciascuno di noi e assume anche una notevole utilità talvolta. Nel mio lavoro per esempio, ho scoperto che l'esame clinico e l'intero approccio al paziente seguono meccanismi diversi a seconda della tipologia di cliente che ho di fronte. Si, perché i proprietari possono essere anche diversissimi tra loro, ma si possono praticamente ricondurre tutti a tre categorie:
ANSIOSO
(dialogo avvenuto alle 2 del mattino)
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Io: "Clinica veterinaria mi dica?"
Lui: "Stiamo calmi!!!!" e butta giù il telefono
Dopo 5 minuti
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Io: "Clinica veterinaria mi dica?"
LUI: "Bene, ora possiamo parlare..."
OSTILE
Io: "....dunque, beve molto?"
Lui: "Non lo so. penso che berrà"
Io: "Bene...mangia? E che cosa?"
Lui: "Si, boh, penso di si. Quello che capita"
Io: "Va di corpo?"
Lui: "E che ne so! Va fuori"
Io: "La pipì?"
Lui: Ma le ho detto che va fuori!"
Io: "Magari su questo sarà più preparato: è vaccinato?"
Lui: "E che ne so, se ne occupa mia moglie"
Io: "...e possiamo chiederglielo?"
Lui: "Si, ma non credo che lo sappia"
"...occheeeei..."
METICOLOSO
"Dovevo venire ieri per il vaccino annuale ma non ho potuto. Dobbiamo ricominciare tutto daccapo?"
"Questa notte ho notato che il cane respirava meno del solito: ho contato 8 respiri al minuto, con un minimo di 5 e un massimo di 11. Alle 3 però non ce l'ho fatta più e sono dovuto andare a letto (con tono molto colpevole)"
"Oggi Billy è andato di corpo 2 volte invece delle solite 3. Pesando le deiezioni ho visto che più o meno siamo comunque nella media, mi devo preoccupare?" ...beh, se pesa regolarmente le feci del suo cane, SI, deve preoccuparsi...