Non vorrei dare l'impressione che Laila sia proprio un cane sconsiderato. E' solo che i ricordi che affiorano la mettono sempre in ridicolo. Per esempio, quando abitavo ancora a Perugia, avevamo una mega stufa ipertecnologica. Una di quelle che si accendono da sole, si alimentano da sole, si spengono da sole (ovviamente non si puliva da sola, ma in compenso si sporcava tantissimo, da sola). La stratosferica stufa in questione raggiungeva temperature d'esercizio altissime ed aveva una finestra di vetro temperato che lasciava ammirare una fiamma piena e luminosa. Quasi ipnotica.
La casa, anche questa piuttosto sperduta in campagna, tendeva ad essere gelida e quindi la stufa lavorava sempre a pieno regime durante l'inverno. Per la felicità di Laila: il freddolosissimo cane adorava starsene a crogiolare di fronte al calore della fiamma in vetrina. Generalmente controllavo che non trascorresse troppo tempo a scaldarsi, ma il giorno che mi è tornato alla mente ero ritornato a casa dopo una tirata di ventidue ore a lavoro. Ero stravolto e crollai sul divano appena entrato in casa. Tanto più che tutto era in ordine: Nadja pensava alla piccola Julia (che aveva circa sei mesi) intenta a spalmare la sua pappa sulle pareti della cucina e Laila ammirava la fiamma a distanza (a posteriori) sconsiderevolmente ravvicinata. Dopo cinque minuti dormivo ormai il sonno del giusto e sobbalzai quando un enorme tonfo mi svegliò: Laila, completamente "cotta" dal calore, era crollata a terra, svenuta, rigida come un cane imbalsamato, ma con l'estatica espressione: "così voglio morire". Ormai la stufa non è più con noi e, forse proprio per questo, Laila ancora si.
1 commento:
ciao ale sono io!complimenti x il tuo blog, è veramente molto carino!appena avro'un attimo di tempo scrivero' qualcosa visto ke di animali in casa ne ho anke io!
baci e spero di sentirti presto
francesca
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