martedì 22 luglio 2008

Sempre vigile!


A volte mi chiedo perché. Perché ogni volta che hai detto di voler fare il veterinario tutti hanno risposto: “che bello”, “che meraviglia”, “beato te, sempre in mezzo agli animali..”. perché mai nessuno ti ha chiesto: “ma sei sicuro? No, perché conosco un tizio, che è amico di un tizio che sa di un tale, la cui sorella ha un gatto e il marito di lei dice che il loro veterinario fa una vita d’inferno!”.

Almeno uno lo sa e si prepara. come si dice...ci fa pace!

Per esempio: ieri, domenica, tornavo da Perugia, da casa dei miei, ero a pochi chilometri ormai da Firenze e pensavo alle braci nel mio giardino, già in preparazione per accogliere un’orgia di pesce. DRIIIIIIIIIN (se ci fate caso è piuttosto ricorrente nei miei…resoconti).
Ora, le compagnie telefoniche, quelle che progettano e costruiscono i telefoni, inseguono tecnologie assolutamente futili: io vorrei un telefono che mi faccia capire in anticipo se è opportuno rispondere o meno. Magari cambiando colore. Tipo: Verde? Tutto ok, la persona che sta chiamando non trasmette tracce di stress; via libera, rispondi pure. Giallo: mh…non sono sicuro: c’è dello stress, ma forse è solo un tipo nervoso. Rispondi a tuo rischio. In fine Rosso: buttami. Più lontano che puoi! O perlomeno NON RISPONDERE!!
Se avessi avuto un telefono del genere, domenica sera sarebbe diventato rosso, incandescente e, probabilmente, si sarebbe autodistrutto per proteggermi. Ma non è andata così: il mio telefono fa le foto, i video, fa sentire la musica e vedere film e TV, ti dice se sbagli strada, meglio: sa sempre dove devi andare. Ma non ha nessuna capacità predittiva sull’umore di chi sta chiamando.
Torniamo al driiin: cliente in attesa, rispondo. “Pronto?”. “Alessandro sono Renata, perdonami, ma Otello è appena tornato dalla passeggiata e starnutisce a più non posso”. In questa stagione purtroppo un messaggio del genere equivale a: “il mio cane ha un forasacco nel naso”. Una di quelle insulse spighette con cui giochi da piccolo…poi da grande le cose cambiano: se possiedi un cane o devi curarlo, inizi ad odiarle.
Allontanai con dolore i pesci dalle mie priorità e dissi a Renata di aspettarmi in ambulatorio. Il tempo di riportare Jules a casa ed eccomi di fronte ad Otello. Un labrador nero tutto lingua e grasso. Naturalmente neppure l’accenno di uno starnuto e quasi avevo voglia di mettere la testa sotto la sabbia e aspettare altri sintomi, ma quella narice sinistra appena arricciata non lasciava presagire nulla di buono. Cinque minuti e Otello russava saporitamente sul mio tavolo visite. Iniziai ad esplorare la narice destra, perlustrando ogni minimo anfratto dei turbinati. Tutto era rosa ed appariva come doveva essere. Entrai dunque nella narice sinistra, dove invece imperversava una guerra: le mucose erano congeste, gonfie, lo spazio libero ridotto al minimo ed iniziava un lieve sanguinamento. Non faticai comunque molto a trovare il colpevole: un minuscolo forasacco ben piantato tra i turbinati. Lo afferrai con decisione e lo estrassi. Il tempo di controllare che non ci fossero altri frammenti e Otello fu libero di risvegliarsi. Incredibile: ancora in tempo per il pesce!!! Le ultime raccomandazioni e spedii Renata e un traballante Otello a casa. Chiusi l’ambulatorio, ringraziai mentalmente per la sfacciata fortuna (errore) e mi diressi verso casa. Tutti erano in giardino a banchettare quando arrivai. Raccontai l’inconveniente (le disavventure dei veterinari agli occhi degli altri sembrano sempre magnifiche avventure…ecco il guaio!). Avevo appena iniziato a mangiare quando il telefono squillò nuovamente. Attimi di panico. Guardai il numero, ancora Renata: probabilmente aveva bisogno di qualche chiarimento. “Pronto!” – Alessandro sono di nuovo Renata, scusami ma ho paura che anche Yago abbia qualcosa nel naso, ha iniziato a starnutire come Otello – E qui, a costo di annoiarvi è bene fare un piccolo inciso: si deve sempre dosare con precisione il terrore da infondere nei proprietari. Troppo poco e si befferanno dei tuoi avvertimenti, un pizzico di troppo e quello che poteva essere rimandabile a domani diventa un’emergenza.
“Mi hai detto – proseguiva intanto Renata – che non è mai opportuno aspettare in caso di forasacco e quindi mi sono permessa di chiamarti. Non è che potresti vedermelo?”. Tra gli occhi interrogativi dei miei ospiti mi alzai e mi rimossi verso l’ambulatorio. A Yago non concessi il beneficio del dubbio: quando arrivai, lui era già sul marciapiedi che mi aspettava starnutendo. Subito a nanna, estratto il forasacco, il tutto in 25 minuti netti ed eccomi ad aspettare che il mio paziente fosse in grado di tornare a casa sulle sulle sue zampe. Non ci avevo messo più di 40 minuti e quando tornai a casa, mentre tutti ormai fumavano davanti ai caffè, io abbracciai il vassoio dei pesci e feci man bassa di quanto era rimasto. Di nuovo in pace col mondo mi rilassai ed ero a perorare la causa di Goldrake versus Mazinga (figuriamoci) quando il telefono squillò di nuovo. E se fosse stato un telefono come vorrei io, questa volta sarebbe arrossito sul serio, almeno per la vergogna: per la terza volta Renata cercava di mettersi in contatto con me. Quando metto in anestesia un cane e poi lo risveglio, mi tengo in allerta per le successive 12 ore, figuriamoci se i cani sono addirittura due! Eppure quando vidi il numero ormai familiare sul display del telefono, fui colto da una fitta d’ansia ancora più dolorosa. Mancava ancora Ofelia. Voi non ci crederete mai e non vi biasimo: sembrerebbe assurdo persino a me, eppure 15 minuti dopo questa telefonata ero di nuovo in ambulatorio ad estrarre un forasacco dal naso di Ofelia.
- Che fai? Il veterinario? Che bel lavoroooo

3 commenti:

Gemma ha detto...

Su, su, un giorno troverai il coraggio di cambiare vita e buttarti in quel lavoro che senti davvero tuo, che ti appassiona profondamente e soprattutto NON suscita commenti ammirati nei tuoi interlocutori....




...il cassiere di supermercato :-)

stella splendens ha detto...

Doc, la faccia meno lunga, sono le urgenze la domenica sera che le permettono il telefono che ha, la cui sola pecca è quella di non sostituirsi al suo intuito sopraffino... E non cerchi di migliorarsi tecnologicamente censurando questo mio commento, grazie.

PS : una certa incrementata aggressività giova non poco alla sua prosa

tabbycat ha detto...

in ogni lavoro ci sono i lati positivi e molti negativi ma è il sapere fare il proprio lavoro e volerlo fare bene che ci fa andare avanti e amare ciò che facciamo. tu in una serata hai aiutato 3 animali, hai salvato una padrona da un omicidio (è così che si dice) ed hai rovinato una serata, comunque il tutto è stato mediamente positivo ma nel mio lavoro, quando alle una di notte dai le chiavi del portone ad una coppia di imbecilli rimasta chiusa fuori o rispondi al telefono alle persone più disparate mentre imbocchi la figlia o gli cambi il pannolino o meglio ancora scendi sotto casa a comprare un pezzetto di pane e torni in casa dopo due ore e dopo essere venuta a conoscenza dei problemi di tutto il complesso residenziale mi domando: ma questa è vita?
Tabbycat un amministratore esaurito!!!!
Carino il blog ho mandato l'indirizzo pure a Marios