Come sempre la chiamata era arrivata alla prima portata della cena, quando si abbassa la guardia, un po' per fame, un po' per stanchezza. Indipendentemente dalle manie persecutorie, la situazione era grave, il che mi procurava quel formicolio adrenalinico che il buon senso rifugge e di cui tutti siamo affamati. Come al solito, come un pugile prima di salire sul ring, ripassavo mentalmente le informazioni sul nemico. Ok il cane tenta di vomitare, ma non riesce. Ok è autunno inoltrato e prima o poi pubblicheranno un lavoro che dimostra come le torsioni di stomaco si concentrino nelle prime notti davvero fredde e magari piovose, quelle in cui è ancora più difficile uscire di casa. Ok il cane pesa più di trenta chili (nota post intervento: 61 per la precisione), ok è uno dei miei pazienti preferiti. Bene gli ingredienti del dramma c'erano tutti, era ora di far entrare gli attori, in ordine di apparizione:
Alberto: dogue de bordeaux di sei anni...enorme, con mole e sguardo da vitello, il cane più pacifico che abbia mai conosciuto. Uno di quelli che, al momento della puntura del vaccino ti guarda come se da te proprio non se lo sarebbe mai aspettato, ma ti perdona.
Padrone di Alberto: più o meno come il cane. Alto, indole pacifica, fiducioso. Apparentemente molto distratto, invece attento ai dettagli ed eccellente osservatore.
Il sottoscritto
Federico: nulla da aggiungere, salvo la solita ora di macchina (senza traffico) che lo separa dal suo letto caldo alle emergenze fiorentine
Simonetta: nulla da aggiungere, salvo la solita ora e venti minuti di macchina (senza traffico) che la separa dal proprio letto caldo alle emergenze fiorentine.
La scena: esterno dell'ambulatorio; una strada fitta di auto parcheggiate. Le 10 di sera, buio, sottile pioggia, luci di lampioni, riflessi lucidi aull'asfalto bagnato.
Alberto e padrone già inscena, senza ombrello. L'uomo fuma (il cane no).
Arriva un auto, scende il sottoscritto, senza ombrello. Finisce la sigaretta.
Padrone di Alberto: "Ciao Alessandro, scusa il disturbo ma non sapevo che fare"
Alessandro: "Tranquillo, quando ti tiro fuori il conto vedrai che scusa non la chiedi più". Ammicca e guarda Alberto per valutare la gravità della situazione. Perplessità
I due scambiano battute mentre il sottoscritto apre l'ambulatorio, Alberto se ne sta pazientemente al fianco del padrone, senza dar segno di accorgersi della pioggia.
Cambio scena: l'interno dell'ambulatorio. Luci bianche, odore di disinfettanti, fogli impilati sulla scrivania, il sottoscritto si muove rapidamente per accendere i macchinari di cui avrà bisogno.
Alberto: "........................woff!" un unico, profondo abbaio rivolto al padrone.
Padrone di Alberto: "che c'è impiastro? Vorresti andare via? Potevi pensarci prima di sentirti male"
Il sottoscritto (che nel frattempo si è cambiato). Rientra sghignazzando in sala visite: "Alberto non dargli retta, ha più paura lui di te. Allora vediamo come stai". Abbassa il tavolo visite
Alberto oppone ostinata immobilità di fronte agli inviti a salire. Questi si trasformano presto in perentori comandi e Alberto, sbuffando, inizia poggiando pesantemente una zampa anteriore sul tavolo e poi fissa il padrone, quasi a chiedere se sia davvero quello che gli viene richiesto.
Padrone: "avanti femminuccia, sali tutto su quel tavolo!"
Il cane si decide e, al rallentatore, completa la salita.
Il sottoscritto aziona il comando e Alberto sale ad altezza visitabile.
La perplessità cresce: il cane non sembra in torsione, l'addome non è disteso, non aumenta di volume a vista d'occhio. Inoltre le mucose sono buone, la frequenza cardiaca è normale.
Il sottoscritto: "sono in difficoltà: avrei bisogno di fare una radiografia per capire qualcosa di più. Anzi due: viste le dimensioni di Alberto, per vedere esofago e stomaco mi serviranno due scatti distinti.
Padrone di Alberto: "fai tutto quello che devi, tanto non ti pago"
Il sottoscritto: "bene, allora portatelo da solo il cane sul tavolo radiologico!"
I due prendono il cane, non senza difficoltà, lo trasportano nella saletta radiologica e, sbuffando, lo sdraiano sul tavolo. Il sottoscritto tara la macchina, prepara gli schermi, poi posiziona il cane ed effettua il primo scatto. Mentre aspetta che il digitalizzatore gli mostri l'immagine, scatta anche la seconda.
Il sottoscritto: "lo stomaco in effetti è sovradisteso, pieno d'aria, ma non vedo traccia di torsione, né la definirei una dilatazione tanto imponente..forse è il caso di telefonare a Federico e Simonetta.
Il sottoscritto inserisce anche la seconda cassetta nello scanner.
Il sottoscritto armeggia un buon minuto col cellulare, per riuscire ad effettuare una chiamata a tre.
Il sottoscritto: "ciao, dilatazione moderata, nessun segno di torsione. Qui non ha ancora avuto conati, in effetti sembra stare bene"
Federico: "l'esofago riesci a vederlo?"
Il sottoscritto: "sto andando ora a leggere il secondo scatto"
Simonetta: "non ci posso credere: si è ricordato di fare anche la seconda radiografia!"
Il sottoscritto rimane un secondo di fronte allo schermo, ingrandisce un dettaglio, modifica l'esposizione e poi, sempre al telefono: "non ci crederete mai..quanto vi manca ad arrivare?"
Simonetta: "io sto parcheggiando"
Federico: "io arrivo tra cinque minuti"
Il sottoscritto: "Allora vi lascio un po' di suspance!" e chiude il telefono.
Padrone di Alberto: "allora, si vede qualcosa?"
Il sottoscritto: "in effetti si, ma devi aspettare anche tu. Piuttosto, oggi è il...?"
Padrone di Alberto, senza un attimo di esitazione: "oggi è il 16 novembre! Compleanno di mia moglie"
Il sottoscritto, affettando sorpresa: "noo! Allora magari questa salsiccia formato gigante ha anche interrotto una festa!"
Padrone di Alberto: "niente di che: eravamo noi con la bambina, ho cucinato io e avevamo appena stappato lo champagne e avviato la torta, quando Alberto ha iniziato a stare male"
Simonetta: "ciaononmidirenientebuonaseraèquestalalastra?"
Il sottoscritto, ridendo: "si ma non dire niente neanche tu"
Simonetta si avvicina al monitor di visualizzazione, prende in mano il mouse per aggiustarsi l'immagine, ma dopo un secondo si gira verso il sottoscritto e scoppia a ridere
Nel frattempo arriva anche Federico, con un tempismo eccezionale, saluta, guarda il monitor: "non ci posso credere"
Il sottoscritto: "si, stavamo giusto dicendo che oggi è il compleanno della padrona di Alberto"
Federico: "ah certo. Bevuto champagne?
Padrone di Alberto: "si ma...non mi dite che il cane ha rubato l'alcool! No. Me ne sarei accorto!"
Il sottoscritto: "certo che vi trattate bene quando bevete, guarda questo" indica un'ombra sul monitor, aumenta leggermente il dettaglio e il padrone di Alberto si avvicina allo schermo
Padrone di Alberto: (piuttosto eccitato) "ma...ma è il tappo della bottiglia, qui si legge anche moet!"
Il sottoscritto: "direi che la diagnosi non è particolarmente complicata. Dobbiamo fare un'endoscopia e provare a toglierlo, ma non credo che sarà molto difficile, viste le dimensioni di Alberto"
Il cane, sentendo il proprio nome, si gira verso il sottoscritto, estende la testa sul collo e rigurgita il tappo, seguito da un boato di aria che esce dallo stomaco.
Federico: "no, in effetti non sarà molto difficile"
Risate, sipario.